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NOMINATI I NUOVI CONSULENTI TRIBUTARISTI

Il Consiglio di Amministrazione dell'Associazione Manager del Turismo, presieduto dal prof. Amedeo Fantaccione, ha deliberato i nominativi dei tributaristi che collaboreranno con i vertici dell'associazione nel triennio 2015 - 2017:
  - dottor Aveta Augusto, Studio Aveta, via Petrarca n.21 Napoli
  - dottor Piacci Claudio, Studio Piacci, via Gaetano Santocchia n. 14 Campobasso
  - dottor Puca Gianfranco, Studio Associato Puca, via carlo Pisacane n.22 Milano

LE NOMINE SARANNO OPERATIVE, DOPO L'APPROVAZIONE DELLA DIREZIONE GENERALE, A PARTIRE DAL 1 GIUGNO 2015


A CASERTA UN CORSO PER 40 MANAGER DEL TURISMO


Turismo come attività produttiva strategica per il Paese e non «fenomeno di folklore». Una politica rinforzata dalle ultime iniziative del ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla. Due nuovi strumenti per stimolare il decollo del settore che già gode di buona salute secondo i dati del 2011 (il 75% degli italiani hanno scelto vacanze nelle nostre località, aumento dei flussi dall’estero). Il governo ha stanziato 400 milioni per contratti di sviluppo da destinare a Campania, Puglia, Calabria, Sicilia, le Regioni che rientrano nel gruppo obiettivo-convergenza. I progetti finanziati dovranno essere strutturali e innovativi. Le agevolazioni possono essere ottenute da imprese di qualsiasi dimensione se riguardano le aree sottoutilizzate. Nelle altre aree del territorio nazionale gli aiuti sono invece ristretti a piccole e medie imprese. Il sostegno economico può arrivare fino al 50% del valore dell’investimento, a seconda dell’azienda. La seconda iniziativa riguarda la formazione per gli amministratori pubblici di regioni, provincie e comuni. Lo scopo è preparare dirigenti specializzati. E’ previsto a Caserta un corso gratuito sperimentale aperto a 40 manager già impiegati nel settore turistico. «Per la prima volta un sostegno concreto e immediato», ha detto il ministro ricordando alcuni dei risultati più evidenti della stagione estiva. Boom di villeggianti da Francia e Germania, impennata di arrivi da Russia, Brasile e Cina.

Varata la carta dei diritti del turista

E' stata realizzata dal dipartimento del turismo della presidenza del consiglio la Carta dei diritti del Turista in sette lingue diverse con l'obiettivo di informare con chiarezza il turista su quelli che sono, in Italia, i suoi diritti e le regole da rispettare, a chi rivolgersi in caso di disservizi o per risolvere problematiche inerenti il viaggio.
        La guida – disponibile on line - può essere scaricata gratuitamente dal sito del governo italiano (http://www.governo.it/) . Quali sono i documenti necessari per i viaggi, il passaggio delle frontiere, le visite ai musei? quali garanzie di efficienza e di congruità offrono i mezzi di trasporto? in caso di inadempienze da parte delle agenzie di viaggio a chi mi devo rivolgere? e se il treno ritarda posso chiedere il rimborso del biglietto? A questi e altri quesiti  cerca di rispondere la Carta dei diritti del Turista. Disponibile in sette lingue diverse, la guida ha l'obiettivo di informare con chiarezza il turista su quelli che sono, in Italia, i suoi diritti, su come egli debba comportarsi e a chi debba rivolgersi, in caso di inadempienza, per farli valere.
        Nella guida sono raccolte informazioni utili e le norme che disciplinano il rapporto che deve instaurarsi fra turista, agenzie di viaggio e strutture ricettive, che deve sempre essere corretto e gestito con la massima trasparenza. a Carta dei diritti del turista, redatta in attuazione di quanto disposto dall’art. 4 della legge 29 marzo 2001, n. 135, è stata elaborata dal Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del turismo in collaborazione con le Amministrazioni dello Stato interessate, le Regioni e le Province autonome, gli Enti, le organizzazioni imprenditoriali e sindacali del settore turistico nonché le associazioni nazionali di tutela dei consumatori.

 

Manodopera straniera per gli operatori turistici italiani

 
 

Tra luglio e settembre il 15% dei nuovi assunti, tra tempo determinato e stagionali, sará straniero. Circa 24.405 nuovi occupati, dunque, che nell'estate saranno impiegati prevalentemente nei servizi turistici, 7mila assunzioni, o in quelli di pulizia, quasi 4mila assunzioni.

Tra le provincie che utilizzeranno più di altre mano d'opera straniera Ferrara, Pavia, e Pesaro - Urbino che, rispetto al totale delle assunzioni previste, registrano incidenze pari, rispettivamente, a 28,5%, 28,5% e 28,2%. Questi i principali risultati di un'indagine condotta dalla Fondazione Leone Moressa che ha analizzato i dati Excelsior-Unioncamere sulle previsioni di assunzione da parte delle imprese da luglio a settembre del 2011.

 

 

Vacanze al mare, gli italiani preferiscono il Sud

Puglia e Campania, Calabria e Sicilia, fino alla Sardegna: ecco le destinazioni consigliate dagli italiani quando si parla di sole e di mare. Per l’estero, vince nettamente la Spagna, con l’offerta delle Baleari, delle Canarie e della Costa Brava. Lo rivelano i risultati dell’Indice di Popolarità delle Destinazioni, elaborato da PaesiOnLine sulla base dei giudizi espressi da circa 8.000 membri della Community.
Vediamo i risultati nel dettaglio: nonostante l’offerta delle spiagge italiane sia alta in tutto il Paese e nonostante le Bandiere Blu abbiano premiato soprattutto le località settentrionali, quando si tratta di consigliare una località di mare gli italiani non hanno dubbi: le spiagge più belle sono quelle del Sud e delle isole. La più bella in assoluto? Taormina, perla siciliana, ricca di sole e arte, mare e cultura. Taormina, capace di coniugare la bellezza del mare siciliano e il fascino della storia, il cui “peso” è rappresentato dal Teatro Greco, uno dei simboli della cittadina nel mondo. Dopo Taormina, salgono sul podio Gallipoli, centro principale della penisola salentina affacciato sul Mar Ionio, e meta da anni della movida italiana, con giornate all’insegna del mare e serate a base di aperitivi, ottima musica e tanto divertimento. Chiude il podio Amalfi, in provincia di Salerno: non c’è bisogno di presentazioni l’ex Repubblica Marinara che dà il nome all’intera costiera, in cui al fasciano del mare e del paesaggio si aggiunge la ricerca artistica con il celebre Duomo. L’unica località a nord di Roma a entrare in classifica è Castiglione della Pescaia, in provincia di Grosseto, che si piazza in ottava posizione e tiene alto il nome, e il fascino, del litorale toscano, uno dei più premiati dalla FEE (Foundation for Environmental Education). La Puglia è la regione più rappresentata nella Top Ten: oltre a Gallipoli ci sono anche Otranto, sempre in Salento ma sul Mare Adriatico, che arriva quarta, e Peschici, sul promontorio del Gargano, che si piazza in settima posizione. Al quinto e al sesto posto ci sono due località sarde: Santa Teresa di Gallura e San Teodoro, entrambe in provincia di Olbia-Tempio. Chiudono la classifica Tropea, l’unica destinazione calabrese nella Top Ten, e Positano che raddoppia la presenza della Costiera Amalfitana. In Europa la vera protagonista è la Spagna che sfiora l’en plein: il Paese Iberico ha piazzato ben sei località nella Top Ten continentale per l’esperienza di viaggio “Sole e Mare”. Doppiata la Grecia, con tre destinazioni, e staccata la Turchia, che occupa l’altro posto disponibile. Nel dettaglio, le prime tre mete per il mare sono nell’ordine Ibiza, Barcellona e Formentera. La Isole Baleari sono rappresentate anche da Palma di Maiorca, quinta, e costituiscono la zona con il maggior numero di località in classifica, a testimonianza degli ottimi servizi offerti e della capacità di offrire una vacanza tagliata su misura, comunque condita da un mare cristallino e da spiagge incantevoli: dalle discoteche di Ibiza alla vita culturale di Palma, passando per la ricercata Formentera, meta di molti VIP italiani. Le altre due località spagnole sono Fuerteventura, nelle Canarie, e Lloret de Mar, in Costa Brava, rispettivamente nona e decima. La presenza di Lloret de Mar, insieme a Barcellona, premia un’altra costa molto ricercata dagli italiani; resta esclusa, un po’ a sorpresa, la Costa del Sol. Dopo la Spagna, la Grecia: le tre località greche sono delle mete storiche delle vacanze degli Italiani: Santorini, quarta, Mikonos, settima, e Rodi, ottava. A sorpresa c’è anche la Turchia, con la cittadina di Bodrum che si piazza in sesta posizione.

 

 

L'Italia è la terra promessa dei Tour Operator

Per l’industria turistica italiana si profila un’estate positiva soprattutto per le previsioni di grande affluenza degli ospiti stranieri, in sintonia con le rilevazioni della Banca d’Italia che, nel primo trimestre, evidenziano un aumento della spesa del 2,8% rispetto all’anno precedente, a conferma dell’inversione di tendenza in atto. E' quanto rileva l'ENIT - Agenzia Nazionale del Turismo.

Per quanto riguarda i "prodotti forti" quelli turistico-culturali registrano il maggior indice di gradimento tra gli ospiti in arrivo dai mercati oltreoceano mentre il prodotto "sun and beach" rimane il più gettonato per l’estate italiana. Per i turisti provenienti dall’area europea, tra le Regioni in pole position in Europa, spiccano il Veneto ed il Lazio. Quest’ultima si conferma in testa alla classifica nelle vendite dei pacchetti dei Tour Operator, insieme alla Toscana, per i flussi incoming oltreoceano.

Queste le risultanze del consueto Monitoraggio che l’ ENIT ha svolto, attraverso la rete estera, presso i 118 operatori della domanda organizzata, leader di mercato nella vendita della destinazione Italia, per verificare il trend dell’estate italiana in relazione agli arrivi internazionali.

In Germania, principale mercato incoming europeo per il nostro Paese, l’economia in deciso recupero, genera un clima di consumo positivo, in particolare verso l'Italia (dall'Adriatico settentrionale e centrale al Lago di Garda). Inoltre, sale la domanda verso il prodotto Italia da parte del turismo outgoing inglese, spagnolo e francese, svizzero ed austriaco. Nell'Europa dell'Est, la Russia fa la parte del leone. L incremento delle vendite della destinazione Italia, risulta più marcato per i mercati turistici emergenti, dove gli operatori turistici di Cina, India e Brasile hanno registrato incrementi significativi nelle vendite, tutti a doppia cifra. Gli Stati Uniti privilegiano le "città d'arte" e la Toscana, mentre il Medioriente chiede le soluzioni all inclusive, tailor made e di coppia oltre ai viaggi a destinazioni multiple. Il Giappone, dopo il periodo di difficoltà, si ripresenta sul mercato dei viaggi, segno tangibile del ripristino della vita normale.

"L’estate rimane, anche per l’ ambiente e la posizione geografica dell'Italia, la stagione privilegiata dal punto di vista turistico", precisa il Presidente dell’ ENIT Matteo Marzotto

 

 

Il "cibo locale" tra comunicazione mass-mediatica e marketing turistico del territorio

Da alcuni anni, gli spazi della comunicazione mass-mediatica si sono venuti affollando di notizie, consigli, dibattiti, commenti e riflessioni riguardanti il cosiddetto "cibo locale", proponendolo come una sorta di "controriforma alimentare" da opporre al mito anglosassone del fast food (Teti, 1999). Esaltato come salutisticamente appropriato e gastronomically correct con i paradigmi alimentari espressi su scala territoriale, il cibo locale (o tipico, o paesano, o caratteristico, o genuino) costituirebbe cioè l'uscita di sicurezza in grado di redimere i gusti contemporanei da infauste derive esterofile ed iperlipidiche, consentendone un riorientamento in chiave narcisisticamente "nostrana": quindi piemontese, emiliana, irpina, teramana, salentina, gallurese, oratinese. E così, casce e ova, scripelle m'busse, paparotte, bazzoffie, strinù, turcinatieddi, musciame, ciciri e tria, ciufulitti, minchiarieddhi, batù, cres'tajat, mandilli de sea, hanno progressivamente assunto la connotazione di un "mangiare geografico" capace di riconnettere gusto e tradizioni, ricette e stagioni, appetiti e salute, stomaci e cittadinanze, secondo consuetudini sedimentatesi nella storia culinaria di ciascun territorio.
Questo richiamo al mangiare geografico, perorato da autorevoli guru dei mass-media (nutrizionisti, philosophes de table, vip-gourmet, giornalisti-gastronauti) e da importanti presìdi della promozione turistico-locale (Pro Loco, Assessorati, Agenzie per il turismo, Consorzi di produzione, Distretti del gusto) come il modo più corretto di approcciarsi alle pratiche del nutrimento, individua i suoi presupposti in necessità di ordine economico, ecologico e culturale. Ovverosia:
nel bisogno di tutelare le bio-diversità del territorio, che rischiano altrimenti di sparire sotto la standardizzazione degli alimenti messa in atto dalle multinazionali del cibo, della ristorazione industriale e della grande distribuzione;

nel bisogno di contribuire alla salute generale del pianeta, favorendo la riduzione del monossido di carbonio mediante la riterritorializzazione delle derrate e la riproposizione di filiere corte capaci di incidere vantaggiosamente sulla dinamica dei prezzi (le cosiddette cucine a "chilometri zero");

nel bisogno di salvaguardare il proprio sé identitario dai processi di omologazione che trasformano ovunque le persone in consumatori, vale a dire delle perfette macchine digerenti piegate ai dettami dei consigli pubblicitari e della cucina globalizzata;

nel correlato bisogno di garantire un sostegno alle autenticità e ai sapori del territorio, irrimediabilmente corrosi dal dissolversi della "civiltà rurale" e vieppiù esposti ai fenomeni di metissage e di esotizzazione dei gusti.

Riferitamente a quest'ultimo aspetto, chiosa in maniera del tutto consona Chef Kumalè (2007: 5):

"Sono in molti a temere che il fenomeno dell'esotizzazione dell'offerta gastronomica rappresenti una minaccia alla nostra identità e alla nostra cucina tradizionale. [Al riguardo] alcuni partiti politici hanno addirittura lanciato nuovi slogan per resistere a queste nuove presenze, del tipo "polenta sì, Couscous no!" nel vano tentativo di arginare il fenomeno di circolazione e scambio che da sempre contraddistingue la storia dell'alimentazione, dimenticando fra l'altro che il mais non è certo un prodotto d'origine padana [...]"

Contro un simile dilagare del livellamento e dell'esotizzazione dei gusti, in Italia, così come nel resto dell'Occidente post-moderno, "genuino", "autentico", "casereccio" hanno via via assunto la connotazione di un modo di mangiare coerente con le istanze della tradizionalità (da una parte) e dell'equilibrio tra l'uomo e l'ambiente (dall'altra). Un modo di mangiare, tuttavia, che se da una parte annovera a sè nuclei indiscutibili di verità - una porzione di pizza e m'nestra molisana è pur sempre da ritenersi identitariamente e nutrizionalmente preferibile ad un mulligan's monster, ad un whatafarm burger, ad un quadruple bypass burger o ad una qualsiasi altra "prelibatezza" da Junk food - dall'altra rischia di indurre nel malinteso che mangiando cibi e piatti locali «si possano far rivivere sapori autentici di cui si avverte l'infelice mancanza» (Di Renzo, 2009, 28).
Ma l'illusione del "mangiare l'autentico" non è l'unico fraintendimento al quale rischia di condurre il battage massmediatico o il marketing territoriale legato alla promozione turistico-gastronomica dei cibi locali. Accanto a tale fraintendimento, infatti, ne sussiste anche un altro di diverso genere che ha attinenza con la gamma dei consumatori e che chiama in causa i prezzi "fuori misura" con cui farro, pane nero, finocchiona, ventricina, cicerchie, mostarde di frutta, caci podolici, orapi, vengono posti in vendita negli scaffali delle "botteghe del gusto" o nelle tavole delle hostarie tipiche. Prezzi che risultando (spesso) accessibili alle disponibilità economiche di poche selezionate categorie di persone trovano la loro fondata giustificazione nelle nozioni di "patina" e di "nostalgia da tavolino" con le quali, per Arjun Appadurai, viene abilmente manipolata l'immagine della tradizione - rurale, agro-pastorale, marinaresca, popolare - a fini commerciali, turistici e di appartenenza identitaria (2001: 104-109):

"La nostalgia [da tavolino] è uno scaltro strumento nella cassetta degli attrezzi del pubblicitario [...] Rovistare nella storia è diventata una procedura standard della pubblicità, soprattutto dei messaggi pubblicitari visivi ed elettronici, come mezzo per suscitare in determinate classi d'età nostalgia genuina per passati conosciuti poi di fatto solo attraverso esperienze altrui, ma anche come modo per rimarcare che il presente è intrinsecamente effimero."

Con ciò si vuol far risaltare come dietro il revival dei cibi locali si celino sovente simbolismi e dinamiche di distinzione sociale non sempre apertamente dichiarate e non da tutti chiaramente percepite. Detto in altre parole, e con le dovute cautele, si vuol segnalare come dietro l'attuale riscoperta dei cibi locali ci sia:

"l'esperienza polisensoriale di alcune privilegiate categorie di persone post-consumatrici di massa che fanno del ricorso al tradizionale, al genuino, al tipico al casereccio, uno stile alternativo di vita per attuare nuove forme di distinzione sociale. (Costa, 2007: 341)"

In proposito, nota molto pertinentemente Simone Cinotto (2006: 635):

"Il discorso della nostalgia alimentare e il rinnovato interesse nelle produzioni locali e regionali ha in sé certamente elementi di reazione all'internazionalizzazione della dieta che poggiano sulla narrazione del cibo "di una volta" come cibo semplice, robusto, domestico e familiare. E tuttavia questo cibo genuino ed essenziale finisce per prendere la via soprattutto di ristoranti alla moda o di castelli di campagna riattati a tali. Si produce, in altre parole, l'ennesimo paradosso e l'ennesimo rovesciamento storico della globalizzazione culinaria, per cui solo ai ricchi è concesso di mangiare come i contadini: una nicchia più o meno ampia di consumatori seleziona con cura piccole produzioni d'eccellenza dal percorso tracciabile o le consuma direttamente sul luogo di produzione."

Ne consegue che la possibilità di nutrirsi dei ricercati cibi certificati TRAD, IGT, STG, DOP, DOC, rappresenta un appannaggio destinato per lo più alle fasce sociali più abbienti e selezionate; laddove, viceversa, alla massa generalizzata dei consumatori viene riservato l'uso di cibi scaffalati, «surgelati, pastorizzati, industrialmente confezionati, gustativamente standardizzati, geneticamente modificati, geograficamente delocalizzati e televisivamente garantiti». (Di Renzo, 2009, 22).
Chiarisce con attinenza Chef Kumalè (2007: 14-15):

"I gourmet e gli edonisti del terzo millennio, ovvero coloro che fanno della ricerca del piacere il proprio indirizzo di vita, hanno la loro dispensa colma di prodotti di nicchia e d'eccellenza. Comprano preferibilmente in enoteca e gastronomia, se non direttamente dai produttori, magari consorziandosi tra amici attraverso i siti internet. Conoscono più o meno chiaramente il significato delle diverse sigle che contraddistinguono le denominazioni d'orìgine, s'informano d'ogni nuovo ristorante e produttore attraverso le guide specialìstìche e le riviste dì settore, facendo sfoggio delle conoscenze in occasione di cene e degustazioni luculliane tra amici, giocando ad abbinare i migliori vini con i piatti ed i prodotti dell'enogastronomia. Affollano i saloni e le fiere culinarie, viaggiano con gusto, frequentando le migliori trattorie o i ristoranti stellati. La loro cucina è molto ben attrezzata con pentolarne tradizionale o neo-tecnologico, coltelli di ultima generazione, cavatappi ipermoderni; apprezzano il gusto antico delle cose ma anche il design più innovativo, ripudiano il kitsch e le imitazioni. Amano viaggiare nel confort e se possono permeiterselo anche nel lusso tra resort esclusivi e ristoranti di cucina d'autore. Generalmente si tratta di persone di livello culturale e classe sociale medio alta."

Simili rimandi, esemplificando in maniera «estremizzata e caricaturale» una tendenza assai diffusa tra le abitudini alimentari delle élites urbane e post-moderne del mondo occidentale, testimoniano in definitiva come la nostalgia alimentare al tempo della globalizzazione culinaria sia sostanzialmente da intendersi come un fenomeno di moda che «tende a ricreare, in un riordinamento simbolico non privo di ironia storica, vecchie divisioni di classe basate sul consumo vistoso, la rarità di ciò che si consuma e il capitale culturale e finanziario del consumatore».




 In Campania turismo culturale con i professionisti del settore

Negli ultimi anni aumenta sempre di più il numero di turisti che sceglie per le proprie vacanze una meta culturale, una città d’arte o che si sposta per seguire uno dei grandi eventi culturali che periodicamente vengono organizzati da importanti musei o istituzioni culturali.

Maggiore consapevolezza, dunque, da parte dei turisti e maggiore attenzione da parte di chi, per professione, si occupa di accogliere, accompagnare e guidare i visitatori.

Le Guide turistiche della Campania rientrano tra i professionisti del settore turismo. Dotate tutte di titoli di studio e di preparazione specifica, possono essere iscritte all’albo solo dopo aver superato l’esame di abilitazione regionale.

E anche grazie alla professionalità di queste guide se i dati dei visitatori e degli introiti dei luoghi d’arte in Campania fanno rilevare un segno positivo.

Infatti, in Campania i dati dell’anno 2010 legati ai musei, ai monumenti e alle aree archeologiche statali sono confortanti e fanno ben sperare anche per il futuro. Dai dati ufficiali diffusi dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali emerge un aumento, per quanto riguarda la regione Campania, dei visitatori dei musei, dei monumenti e delle aree archeologiche statali: il 2010 fa segnare un +7,73% di visitatori rispetto al 2009 per un totale di 6.224.332 di visitatori.

Anche per gli Eventi speciali si registrano numeri positivi. Durante la Settimana della Cultura, ad esempio, alcune piccole, ma importanti, realtà museali della Campania hanno avuto una netta crescita: + 256% di visitatori per il Parco Archeologico di Eclanum, +74,51% per il Museo Archeologico di Eboli e +391% per il Museo Narrante di Paestum – Capaccio.

Per potersi godere una vacanza culturale, per poter conoscere la storia di una città, le bellezze artistiche di una località o scoprire le opere di un museo di certo il modo migliore è quello di essere accompagnati da guide turistiche autorizzate.

Per questo il web è un buon punto di partenza: luogo privilegiato di scambio di informazioni, è allo stesso tempo il modo più veloce per rimanere aggiornati. Si può iniziare da www.servizibeniculturali.it che vi tiene aggiornati su tutte le mostre e gli eventi culturali principali e che fornisce l’elenco delle guide turistiche autorizzate mettendovi in contatto diretto con loro.

 

Fiera del Gusto e del Turismo Enogastronomico

Vieste dal  6 al 10/07/2011 --- dalle ore 17 alle 23
Un’Edizione che vedrà ancora una volta la nostra Organizzazione mettere in campo nuove idee per nuove opportunità di business e promozione non solo per gli Espositori ma anche per il nostro Territorio.
La quarta Edizione tra le tante attività promozionali del Territorio, presenterà una nuova rubrica: “La Formazione e l’Informazione attraverso l’Enogastronomia”.
Un’intensa attività di showcooking fatta da: Chef, Sommelier, Maître d'Hôtel e Pasticcieri che si alterneranno nel presentare con estrema Professionalità alcuni dei prodotti di Eccellenza della nostra Daunia, quali: Olio - Vino - prodotti Lattièro - Caseari - Pasta - Pane – Ortaggi, ecc.; questi prodotti non saranno solo trasformati e presentati come succulenti pietanze ma saranno strumento di informazione e formazione per tutto ciò che riguarda gli aspetti salutistici,qualità della vita e rispetto per l’ambiente.
Un’occasione importante per sottoporre all’attenzione dei Turisti visitatori anche le rappresentazioni Culturali e Tradizionali dell’intera Provincia per far apprezzare meglio le peculiarità del ns Territorio; mentre per gli Operatori della Ristorazione e delle Strutture Turistico Ricettive presenti in vacanza oppure del Territorio, sarà un’occasione unica per conoscere le nuove idee a sostegno di una proposta di vacanza innovativa e Professionale, così come le nuove frontiere del Marketing richiedono.
Tra Paesaggi incantevoli, spiagge, monti e valli e, nel Territorio a maggior densità di strutture Turistico Ricettive e della ristorazione, in rispetto alle altre Province della Puglia, è nata e sta crescendo
la Fiera del Gusto e del turismo Enogastronomico.
La manifestazione è organizzata dalla Solutiongroups, in passato ha visto le Istituzioni Provinciali e Regionali sostenere la manifestazione ma oramai dallo scorso anno c’è un’assenza ed un disinteresse totale, dovuto ovviamente all’avvicendarsi di nuove Amministrazioni che hanno attenzioni verso altri progetti sicuramente più importanti e centrali per la promozione del nostro Territorio.
La manifestazione vedrà la partecipazione di: alcuni Enti Locali, Associazioni di categoria, Agriturismi, Bed & Breakfast, Hotel, Ristoranti, Villaggi Turistici, - Aziende produttrici di prodotti enogastronomici tipici di nicchia, Chef, Pasticcieri, Associazioni di categoria ecc.
Nell’ambito della manifestazione ci saranno: percorsi Enogastronomici, degustazioni, Show culinari, e concorsi mirati alla promozione del nostro Territorio con Chef di fama Internazionale.
L’organizzazione e l’Amministrazione Comunale, con questa imponente manifestazione, intendono offrire un’ottima opportunità a tutto il Gargano ed a tutta la capitanata per promuoversi e per proporre un’offerta turistica diversificata ed utile non solo alla destagionalizzazione della vacanza.

 

L'Hotel Ritz di Parigi si rinnova

Il famoso Hotel Ritz di Parigi, ubicato a Place Vendome, verrà chiuso per circa un anno e mezzo: questo il tempo che ci vorrà per ristrutturarlo completamente grazie a un cantiere dal costo complessivo di 150 milioni di Euro.

L'hotel, ricordato anche per aver ospitato la Principessa Diana e il compagno Dodi poco prima della loro morte, presentava parecchi difetti strutturali: il "look" dell'albergo, dicono i responsabili, cambierà radicalmente.
--> La propensione all'assunzione di manodopera straniera è più elevata nelle aree del Nord e del Centro rispetto al Sud: infatti, se in Lombardia, Emilia Romagna e Valle d'Aosta l'incidenza dei nuovi assunti stranieri supera il 18% del totale, in Campania e Puglia si tratta appena del 5,7% e del 8,2% (rispettivamente). Per quanto riguarda invece le singole professioni, la maggiore richiesta di immigrati proviene dall'esigenza di ricoprire lavori quali camerieri, cuochi e professioni legati all'attivitá turistica (con 5.300 assunzioni). Seguono il personale qualificato nei servizi di pulizia (3.824 richieste), gli operatori per l'assistenza sociale (2mila) , gli operai specializzati nelle costruzioni (1.820) e nell'industria alimentare (1.486).

Ancora una volta gli stranieri sono prevalentemente richiesti per ricoprire professioni legate all'assistenza alla persona: quasi il 40% del personale non qualificato nelle attivitá sanitarie sará straniero e il 36% se si ratta di operatori nell'assistenza sociale (domiciliare e non). A livello provinciale, infine, Le aziende romane e milanesi assumeranno più stranieri a livello assoluto (2.375 nella capitale e 1.685 nel capoluogo lombardo), ma sono Ferrara, Pavia e Pesaro - Urbino le aree in cui gli stranieri avranno più probabilitá di trovare nuova occupazione rispetto al totale delle nuove assunzioni previste nei singoli territori, con percentuali che superano il 28%.